L’universo non avrà mai fine, perché proprio quando sembra che l’oscurità abbia distrutto ogni cosa, e appare davvero trascendente, i nuovi semi della luce rinascono dall’abisso.
(Philip Dick, La svastica sul sole)
Si entra subito in un’atmosfera surreale nel libro scritto da Martino Ciano, giovane scrittore calabrese.
Colpaca è una città immaginaria in cui vivono, in un futuro prossimo, uomini-operai. La società-sistema ha come unico obiettivo il benessere, inteso come consumo di massa. Assuefatto dai ritmi lavorativi, l’uomo si spersonalizza, perdendo di fatto la propria identità. E’ vietato pensare a Colpaca, ed i sognatori ed artisti, ribelli al sistema, sono rinchiusi in un quartiere ghetto, chiamato Redimos. Durante un periodo di ferie forzate Marcelo, il protagonista della storia, varca il confine tra Colpaca e Redimos, allo scopo di trovare la verità e se stesso.
Ma questa scelta avrà un prezzo, perché ogni scelta nella vita implica delle conseguenze, soprattutto in un mondo dove la menzogna è dominante. Alla fine prevarrà la volontà di smascherare la falsità? Oppure Marcelo/Zeig rimarrà un prodotto di consumo?
E’ un romanzo distopico questa nuova opera scritta da Ciano, del quale possiede tutti gli elementi.
La società-sistema divisa in classi sociali, l’uomo-operaio che vive unicamente per un lavoro che lo rende schiavo. La Titti-Teet-Troot, la fabbrica nella quale lavora Marcelo è guidata da un manipolatore di anime, guardiano capace di creare una società educata al consumismo, in cui l’importante è comprare sempre oggetti superflui. I pensieri sono banditi, e chi ha dei sogni da inseguire non può fare altro che andare a vivere a Redimos. Un’ambientazione che ricorda certa letteratura di fantascienza come ad esempio P. Dick, uno degli scrittori che ha profetizzato 50 anni fa alcuni aspetti della società in cui viviamo oggi. La riflessione di fondo che fa Martino Ciano prende spunto proprio dalla esasperazione del mondo post-moderno, che ha determinato un contrasto netto tra la società del consumo e l’etica dell’uomo, destinata all’estinzione, anche a causa dello sviluppo ipertecnologico e tecnocrate.
Ne viene fuori un’analisi lucida e spietata , dal valore antropologico, su ciò che eravamo e sui rischi che corriamo se un’autorità prende il controllo dell’uomo.
Spesso noi stessi preferiamo le “finte certezze” della Valle di Cristallo (prendendo in prestito una azzeccata definizione che fa Ciano di Colpaca), piuttosto che lottare e cercare di trovare la verità. Addormentati da una pillola blu, diventiamo tutti burattini di un sistema.
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