È sugli scaffali Wrong Creatures dei Black Rebel Motocycle Club. La band californiana ritorna con un nuovo album dopo una lunga pausa di 5 anni, tanto è il tempo passato dall’ultima compilation (Spector at the Feast). Eliminate le radici garage-rock, Peter Hayes e soci sono tornati in studio dando vita ad un’opera che possiamo definire la summa dei lavori precedenti, senza perdere per strada il loro taglio dark, marchio di fabbrica dei Black Rebel Motorcycle Club. Il sound delle 12 tracce è in equilibrio tra tradizione e innovazione. Si passa da King of Bones, molto dark, dal ritmo rallentato e dall’atmosfera crepuscolare, alla emozionante Echo, ballad che ricorda gli U2 degli anni ’90.
Si prosegue con Question of Faith: brano dal taglio psych-rock, con le chitarre in primo piano (sembra quasi che i Black Angels siano scesi dal cielo a dare supporto ai BRMC).
Calling Them All Away invece è un pezzo che, dopo una prima parte essenziale, esplode in un suono fragoroso nella coda finale, come se una colata di lava scendesse lentamente dalla cima di un vulcano. Ma la traccia che ha convinto più delle altre è senza dubbio la notturna ed epica Haunt, forse tra le più belle canzoni mai composte dal gruppo americano.
In un periodo storico in cui si tende ad abbandonare il rock tradizionale, virando verso suoni elettronici, la band di San Francisco ci conferma il contrario, cioè che il vero rock non è ancora deceduto.
In conclusione i BRMC hanno pubblicato un disco onesto che, senza ripetere le ottime prove del passato, non possiamo non considerare la migliore produzione degli ultimi dieci anni della loro interessante carriera.
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