Saverio Pazzano è uno scrittore, intellettuale, docente da sempre impegnato nella sua città in battaglie civili, culturali, etiche e per la legalità. Il variegato mondo che lo sostiene vede cattolici impegnati nel sociale, il mondo del volontariato, movimenti ambientalisti, associazioni culturali che annoveranoVito Teti per Saverio Pazzano Sindaco, i partiti e la sinistra abbiano il coraggio di rinnovarsi intellettuali di qualità, radicati nella città, sempre lontani dalle logiche di potere. Saverio Pazzano, con i suoi amici e compagni di viaggio, da mesi sta cercando di costruire un programma di rinascita della città ascoltando la gente, partendo dai bisogni e dalle aspettative di chi abita nei quartieri più poveri e disagiati, in luoghi dove la politica, soprattutto quella di “sinistra”, non va da anni.
Decine di assemblee di ascolto in una città dove la malapolitica, non generalizzo, e la criminalità organizzata controllano tutto, anche il respiro. Non mi pare poco. Saverio Pazzano, io l’ho conosciuto per i suoi scritti e le sue iniziative pubbliche nel sociale. Saverio è inclusivo, non ha preclusioni, non ha ambizioni, è aperto al confronto e al dialogo con tutti e con lui una generazione di giovani che ci prova prima di dover scegliere la “fuga”, l’esodo o l’oppressione clientelare della politica e della criminalità. Il problema, allora, è perché c’è una sinistra al potere, che non si rinnova, non si apre, e non vuole ascoltare figure come Saverio Pazzano che sintetizza associazioni, mondo cattolico, intellettuali perbene e generosi, professionisti seri. Non so come andrà a finire, spero personalmente in un vasto e grande progetto unitario, dal basso, che impegni tutte le forze democratiche, progressiste, cattoliche, ambientaliste, antindrangheta della città.
Se queste voci, queste passioni e tensioni, queste proposte dal basso, questa capacità di ascolto e questa voglia di fare per il bene comune, se questi movimenti non verranno ascoltati, considerati, mobilitati, coinvolti in un progetto di riscatto, il destino di Reggio sarà segnato e in negativo. Saverio Pazzano e i suoi ci stanno provando, appunto. Naturalmente, non sono votante di Reggio, ma amo quella città, piena di contraddizioni, ma bella (nonostante gli scempi che ha conosciuto), generosa, accogliente, con persone perbene che non sono disponibili a seguire la vecchia politica, ed è per questo che guardo con interesse, da esterno, con speranza, iniziative come queste.
Se partiti e forze di sinistra, movimenti delle donne, sardine, non trovano una convergenza sulle grandi questioni (ambiente, occupazione, legalità ecc.), la responsabilità sarà loro e a pagarne il prezzo maggiore saranno gli abitanti di Reggio, che meritano qualcosa di meglio di quello che hanno avuto (ripeto senza sottovalutare esperienze positive).
«… Le nostre valige logore stavano di nuovo ammucchiate sul marciapiede; avevamo altro e più lungo cammino da percorrere. Ma non importa, la strada è vita» (Jack Kerouac).
Buon cammino, Saverio, buon cammino amici de «La Strada è aperta».
Vito Teti
Vito Teti è professore ordinario di Antropologia culturale dell’Unical, dove ha fondato e dirige il Centro di iniziative e ricerche «Antropologie e Letterature del Mediterraneo». Tra le sue pubblicazioni: Il senso dei luoghi (Donzelli, 2004; III ed. 2014); Storia del peperoncino (Donzelli, 2007); La razza maledetta (Manifestolibri, 2011); Maledetto Sud (Einaudi, 2013); Pietre di pane (Quodlibet, 2014); Terra inquieta. Per un’antropologia dell’erranza meridionale (Rubbettino, 2015); Fine pasto. Il cibo che verrà (Einaudi, 2015); Quel che resta. L’Italia dei paesi, tra abbandoni e ritorni (Donzelli, 2017).
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