Tolleranza con gli intolleranti? Un problema democratico

tolleranza

Un concetto di origine laica

Se c’è un concetto pratico che ha avuto una grandissima fortuna nella civiltà occidentale è quello della tolleranza. Concetto accettato dalla maggioranza dei filosofi, soprattutto di ispirazione laica.

La difficile conciliazione fra idee opposte

Da quando esiste l’uomo esistono le idee, queste sono spesso e volentieri anche radicalmente opposte. Ogni uomo ha infatti un proprio concetto particolare, ad esempio, di giustizia. Per le più svariate ragioni, una determinata idea risulta spesso incompatibile con altre. Sembrerebbe una cosa di poco conto da poter risolvere con la discussione, tuttavia, a torto o a ragione, gli esseri umani non sempre ci riescono.

Filosofia e democrazia garantiscono la libertà delle idee

Filosofia e democrazia sono due elementi tra loro collegati, l’una non può vivere senza l’altra. Solo in un contesto di libertà delle idee come quello democratico, la filosofia si innesta e dà i suoi frutti: la produzione di idee. La realtà democratica dell’antica Grecia ne è un esempio immediato. Ad ogni modo, la diffusione delle idee più varie produce anche lo scontro. Ora il problema non sarebbe poi così grave se si limitasse allo scontro dialettico nel quale le varie parti cercano di far valere le proprie ragioni.

L’intolleranza è fonte della violenza

Se pensiamo alle guerre fratricide, animate da valori totalizzanti (volontà di Dio, razza “eletta” ecc.) che hanno insanguinato l’Europa, è evidente che l’intolleranza provochi violenza.

La tolleranza e l’illuminismo

John Locke, nella Lettera sulla tolleranza, si rese conto che lo Stato nulla ha e deve avere a che fare con le questioni private dell’individuo. Essere tolleranti significa sopportare le opinioni contrarie alle nostre, secondo una massima attribuita all’illuminista Voltaire (ma che in realtà non avrebbe mai pronunciato), vale a dire: «Detesto ciò che dici ma darei la vita perché tu possa dirlo».

Tolleranza non vuol dire indifferenza

Tolleranza significa rispetto della libertà d’espressione, dell’espressione anche di idee che riteniamo sbagliate. Ciò non vuol dire aprire ad un relativismo che navighi alla deriva nell’indifferenza generale. Significa solo che la mia prospettiva non debba essere l’unica, ne possono esistere altre che devono avere la libertà e la possibilità di confrontarsi nella grande piazza democratica.

Che fare con chi nega la tolleranza?

A questo punto sorge spontanea la domanda: la democrazia può accogliere al suo interno chi rifiuta le sue regole? Chi non rispetta l’opinione degli altri e agisce attivamente per ridurre al silenzio i dissenzienti? Si può essere tolleranti con gli intolleranti?

Popper e il paradosso della tolleranza

A tal proposito, entra in gioco il paradosso della tolleranza enunciato dal filosofo austro-inglese Karl Popper, difensore della democrazia e della società aperta. In cosa consiste questo paradosso? Ne La società aperta e i suoi nemici, scrive: «dovremmo rivendicare, in nome della tolleranza, il diritto di non tollerare gli intolleranti».

Si può aprire la democrazia agli intolleranti?

A questa idea di chiudere le porte della democrazia agli intolleranti, sembrerebbe opporsi l’idea del filosofo americano neocontrattualista John Rawls. Ne Una teoria della giustizia Rawls afferma che in una società bene-ordinata debbono essere garantiti due principi di giustizia:

  1.  la mia libertà deve essere estesa fino al limite della libertà dell’altro cittadino;
  2. le disuguaglianze possono esistere solo nel momento in cui vanno a beneficio della società intera. Inoltre, a chiunque, secondo le proprie capacità, devono essere aperte le posizioni di potere;

se questi due principi sono garantiti, allora la società può accogliere al suo interno anche gli intolleranti, coloro che non rispettano le opinioni opposte alle proprie.

Sembra quasi che tra le due posizioni ci sia un contrasto irriducibile. Tuttavia, andando più a fondo nella questione, si capisce che non è così.

In che senso la democrazia può ammetterli

Innanzitutto Rawls sostiene che in una società ispirata ai due principi di giustizia, le forze intolleranti perdono progressivamente forza e potere. Vengono riassorbite dalla democrazia e dai suoi principi fondanti. In secondo luogo, la società ha l’obbligo di vigilare attentamente per preservare i principi di libertà che la reggono.

Discorso simile fa Popper. Il filosofo viennese infatti non mette al bando l’intolleranza in quanto tale: non predica l’uso della violenza contro gli intolleranti. Si tratterebbe solo dell’extrema ratio. Laddove gli strumenti democratici di controllo siano abbastanza forti da ridurle in minoranza, allora le idee intolleranti possono senz’altro essere ammesse.

E quali sono i limiti

Quando invece un novello Hitler rifiutasse qualsiasi confronto razionale. incitando i propri seguaci all’uso della violenza e della forza, allora la società ha tutto il diritto di mettere il personaggio in questione fuori legge e così tutti i suoi sostenitori. Rawls pensa sostanzialmente la stessa cosa. Quando una setta intollerante inizia a passare dalle parole ai fatti, cioè a negare i diritti degli altri cittadini, allora la società, per il diritto all’autoconservazione, ha il dovere di mettere fuori legge questa associazione, di qualsiasi tipo essa sia.

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  • Nato a Reggio Calabria, laureato in Filosofia Contemporanea, al di là di dove vivrà effettivamente in modo stabile, porta dentro di sé l’amore per il Mezzogiorno e per lo Stretto. Si occupa principalmente di epistemologia e di filosofia della politica. Sogna un nuovo umanesimo che eticamente possa guidare il progresso tecnico-scientifico in una direzione umana. Strenuo difensore dei diritti civili e sociali contro l'intolleranza e l'oscurantismo.

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