Leopoldo Medugno, giovane film-maker italiano, presenta il suo nuovo cortometraggio Stop invasione! all’interno del PFF 2019, giunto alla sua XIII edizione. Ecco a voi l’intervista per Suddiario a cura di Gianni Vittorio.
- Prima domanda di rito: Come ti sei avvicinato al mondo del cinema? È stato amore a prima vista oppure un percorso graduale? In altre parole raccontaci brevemente il tuo percorso formativo.
È stato decisamente amore a prima vista. Un sabato pomeriggio mio padre mi portò al cinema per fare qualcosa di nuovo, era 007 Goldeneye, avrò avuto 5 o 6 anni, da lì penso che non abbiamo saltato un sabato insieme al cinema fino ai miei 13/14 anni. Poi dopo la scuola ho frequentato un’accademia a Cinecittà e con Vincenzo Di Natale ed Emanuele Pasquet, che sono rispettivamente montatore e direttore della fotografia del corto, abbiamo messo su una piccola società di produzione, oggi oltre a produrre cortometraggi e documentari ci occupiamo di post-produzione e noleggio materiale tecnico e quando ne abbiamo la possibilità ci produciamo da soli i nostri lavori, come è successo per Stop Invasione!
- Il tuo nuovo corto intitolato Stop invasione!, attraverso l’uso dei social media fa una feroce critica alla propaganda politica che si è spostata dalle pubbliche piazze al mondo virtuale. Partendo da questo contesto parlaci dello script e dell’origine dell’idea filmica.
Principalmente nasce dalla domanda: come sarebbe un film di zombi alla Romero ambientato nell’Italia di oggi? E così, dopo aver delineato la trama principale, ho piano piano aggiunto quello che vivevo nel mio quotidiano tra radio, tv e social network, immaginandomi quelle persone a trattare un argomento del genere. Tra quando il corto è stato scritto e quando è stato distribuito ne sono successe di cose, zombi a parte, nel corto va meglio che nella realtà, il politico modello Salvini nel corto è solo a caccia di voti, noi Salvini ce lo abbiamo avuto come Ministro. Forse nasce tutto veramente da qui, dalla voglia di raccontare la politica dell’odio, del continuo bisogno che abbiamo di un “nemico comune” e della capacità, anche dei partiti politici più moderati e meno irruenti nella comunicazione rispetto a quelli di destra, di sfruttare ogni accadimento per un tornaconto personale.
- Il genere Horror, quello da te scelto, è usato a volte per criticare la società mettendone in risalto le sue brutture. Penso ad esempio a Romero o anche a Cronenberg. Condividi?
Condivido, naturalmente, e aggiungo Carpenter, almeno per me, dopo Romero, è stato una delle principali fonti di ispirazione. Dopo aver rivisto Essi Vivono ho capito di voler fare qualcosa del genere, raccontare qualcosa di sociale rimanendo all’interno del genere, di un cinema di intrattenimento. Un altro film che è stato per me fonte di grande ispirazione è un film di Lucio Fulci, paradossalmente non un suo horror, si tratta di: All’onorevole piacciono le donne è una commedia cattivissima, piena di momenti che sembrano surreali in cui scoppi a ridere ma subito dopo ti dici: “aspetta un momento, non c’è niente da ridere, è così che va la vita effettivamente!”
Con Stop Invasione! volevo raggiungere questo, portare lo spettatore a sorridere per un momento ma a pensare in quello subito dopo che, tolti gli zombi, non ci fosse nulla di così paradossale rispetto alla quotidianità che siamo abituati a vivere.
- Dal punto di vista meramente narrativo risulta azzeccata l’idea dell’epidemia funzionale ad evidenziare la xenofobia, uno dei problemi che affliggono i nostri tempi. Ottima anche la fotografia e la musica, che svolgono un buon supporto alla messa in scena. In tal senso sarebbe interessante conoscere la durata e i tempi di produzione di un cortometraggio di 18 minuti.
Stop Invasione! è stato per me il primo progetto “importante” laddove importante significa un investimento economico considerevole. Se non fosse stato per Kamila, il produttore esecutivo, sicuramente oggi non sarei qui a fare questa intervista. È stata lei che per circa due mesi si è occupata di trovare i permessi, le location, acquistare l’automobile usata tramite Facebook, fare gli occhi dolci chiedendo uno sconto alla Battistelli SFX, la società di effetti speciali che si è occupata di armi, sangue e naturalmente della pioggia finta, che è stata davvero tosta da avere ma alla fine ce l’abbiamo fatta…insomma per farla breve, ad una ragazza che ad un festival mi chiedeva che cosa fare per mettere su il suo primo corto, ho risposto: “prima dei soldi, trovati qualcuno che ti curi la produzione come lo fa la mia Kamila!”
Per il resto, siamo riusciti a girare tutto in 7 giorni, la post-produzione è durata un paio di mesi, lo zombi ci ha dato del filo da torcere perché non potendo permetterci lenti a contatto più professionali abbiamo dovuto far ritoccare tutte le inquadrature per avere un look più idoneo.
- Il tuo film, oltre al Pentedattilo Film Festival, che si sta svolgendo in questi giorni nel borgo calabrese, ha partecipato ad altri eventi e festival. Che pubblico hai trovato? Hai avuto riscontri positivi?
Più che positivi, all’Horror ShowFest di Firenze il riscontro è stato ottimo, lì ho potuto ricevere critiche positive oltre che dal pubblico anche da Federico Frusciante e da Daniele Misischia, il regista di The end? – l’inferno Fuori, anche questo uno zombie movie, è stato un piacere ed un onore poter fare quattro chiacchiere con loro, inoltre tra i festival a cui il corto ha partecipato c’è sicuramente l’Apulia Horror Inernational Film Festival che ricordo con grande piacere, dove abbiamo vinto come miglior cortometraggio. Capirai, il premio l’ho ricevuto direttamente dalle mani di Sergio Stivaletti in persona, io, emozionatissimo, sono solo riuscito a dirgli: grazie per tutti gli incubi che mi hai regalato tra i 6 e i 12 anni” e lui, da romano vero, mi ha risposto subito sornione: “eh ma vedo che ce li stai a restituì co tutti l’interessi!” Un’esperienza unica!
Oltre a questo, sono molto contento di essere tra i finalisti del Pentedattilo Film Festival, non solo per il suo prestigio ma anche perché è uno dei primi festival non esclusivamente legati al genere horror dove veniamo selezionati.
- Hai mai realizzato un lungometraggio? Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
No, niente lungometraggio per ora, attualmente sono già al lavoro su di un altro cortometraggio, ho finito quest’estate le riprese e a settembre inizia il montaggio, stavolta ci proviamo con una commedia, c’è sempre una critica sociale di sfondo ma stavolta niente incidenti automobilistici o pioggia finta, meno lavoro per Kamila!
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