I Sad Lovers & Giants sono stati «una band seminale negli anni ’80 e, nel panorama postpunk, hanno avuto un ruolo influente per il loro sound assolutamente personale: atmosfere malinconicamente raffinate, lineari paesaggi inglesi dai colori lividi». La loro attività è proseguita, ma, come spesso accade, si sono persi per strada.
Lo scorso 31 ottobre i Sad Lovers hanno pubblicato Mission Creep, un album talmente bello da emozionare anche chi non si è mai avvicinato a questo genere. La formazione attuale comprende gli storici cantanti/chitarristi Garçe Allard e Tony McGuiness, nonché il bassista Ian Gibson; le atmosfere sono le loro, ovviamente, ma l’elemento malinconico e le tinte ‘gotiche’ appaiono più accentuati, mentre il suono del sax, che aveva di solito un ruolo ‘secondario’, si innesta qui su contesti più dark e romantici.
L’album parte con la splendida strumentale “Cranes”, «con suoni cupissimi e struggenti arpeggi»: scenario indiscutibilmente fosco ed etereo, il suono ci fa immergere in un’atmosfera onirica dove sembra quasi di attraversare il bosco della copertina del disco. Il secondo pezzo, “Biblical Crows”, è un tipico esempio di song-wave, «con una seducente chitarra wave in primo piano, sax ottimamente collocato e intensa parte vocale: un piccolo gioiello senza tempo».
La seguente “Beauty is Truth” è quasi una pop song anni 2000, dal sapore moderno.
Con “Paradise” si attraversano territori più consoni al rock, con chitarre molto effettate, sicuramente la canzone più riuscita del lotto. Il disco prosegue con “Failed Love Song”, una ballad che presenta qualche similitudine con Morrisey. La conclusiva “Blood from a Stone” chiude l’album con toccanti, intensissime note di piano.
La band in conclusione, nonostante i molti anni trascorsi, è stata capace di rinnovarsi, dopo aver passato un periodo buio dal punto di vista artistico, realizzando un album dalle sonorità gotiche, ma nello stesso tempo dai suoni carichi di arpeggi morbidi e romantici, tipico della new wave anni Ottanta.
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