I Black Angels dopo sette album alle spalle forse sono diventati uno dei gruppi più importanti della generazione attuale.
Death Song è una raccolta crepuscolare, ma con virate verso sonorità più gioiose, come nella bellissima ballata Half Believing. Gli antecedenti di un sound fatto di riff di chitarra e atmosfere lisergiche tipiche del rock psichedelico sono molteplici: dai Doors ai Velvet Underground, dai Black Rebel Motorcycle Club agli Spacemen 3.
Arrangiamenti davvero curati, a partire da Currency, brano introduttivo del disco, un incipit lugubre dal mood ipnotico. Canzoni che sono esplosioni di rabbia: «Currency, carry me / Everyone is held hostage / Currency, means nothing / Power that you spend us next / Do you want a stake in us? / How you have a stake in us / One day It’ll all be over / One day-ay It’ll all be gone».
Il viaggio dei Black Angels attraversa strade solitarie e deserti assolati.
Il sound sporco e sfrangiato del disco, invece, si ispira più agli Spacemen 3 che ai Black Rebel Motorcycle Club, espressione di uno psyck-rock rarefatto e costruito su uno spazio sonoro atomizzato. Da menzionare le acide melodie sixties di voce e synth, come in “Grab As Much (As You Can)” e “Medicine”. I conclusivi 6’30” della ballata psichedelica “Life Song” esprimono pienamente il grido di angoscia e vitalità trattenuto nel disco. Se non parliamo di capolavoro poco ci manca. Lunga vita agli “Angeli Neri”.
Voto: 8
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