“Bugie d’Aprile”: musica e sentimenti nell’anime su Netflix

Bugie d'Aprile

Presentazione e trama

Bugie d’Aprile

Titolo originale: 四月は君の嘘(Shigatsu wa kimi no uso)

Titolo tradotto: La tua menzogna nel mese di aprile

Anno: 2014 – 2015

Genere: Commedia, Drammatico, Musicale, Scolastico, Sentimentale, Psicologico

Episodi: 22

Stato: Completo

Fin da piccolo Kousei Arima è stato definito da tutti il prodigio del piano, il metronomo umano. A a quattordici anni però si ritrova ad essere incapace di suonare in seguito alla morte della madre. La sua vita da pianista viene sconvolta nel momento stesso in cui fa la conoscenza con la violista Kawori Miyazono, una ragazza dal carattere opposto a quello di Kousei. Lentamente rimarrà affascinato dal modo in cui il carattere della ragazza si manifesta all’interno della musica, e questo lo aiuterà a rimettere le dita sopra i tasti di un pianoforte, ma c’è qualcosa che ancora il ragazzo non sa.

Bugie d’Aprile: un mondo toccante

Si può dire che gli anime scolastici girino sempre intorno al medesimo tema. Delle volte può risultare difficile approcciarsi a dei ragazzini che affrontano l’ultimo anno di scuola media, specialmente per un pubblico più adulto. Eppure, Bugie d’Aprile, è riuscito a toccarmi in più di una occasione, e sono tante le lacrime che ho versato durante la visione, pur essendo io la tipica persona che si commuove facilmente. Questa volta però, proprio allo scorrere della storia e non nel finale, l’anime è riuscito a trasmettere grande pathos.

“Bugie d’Aprile” ruota intorno alla musica classica

Questo anime ruota intorno alla musica classica. Quella stessa musica che sembra aver abbandonato il protagonista, Kousei, ma che poi riesce a tornare lentamente nella sua vita, anche grazie a colei che diventa una sorta di musa, Kawori, e che riesce a scuoterlo, a fargli affrontare quella paura che lo tiene imprigionato in quella sorta di bolla dentro la quale non riesce più a sentire alcun suono. Sono 22 episodi in cui i protagonisti compiono letteralmente un viaggio, stando fermi nello stesso luogo, e che riescono a cambiare scuotendo anche colui che si approccia a questo anime. Nella sua visione ho capito che non è tanto quello che questi ragazzini riescono a dire che fa emozionare, ma è la musica stessa che riesce a toccare corde che non si sapeva di avere all’interno del cuore.

Un comparto tecnico ben fatto

Le animazioni sono decisamente ben fatte. Le immagini che si riescono a visualizzare sono quasi un qualcosa di onirico, una botta di colore in un mondo che prima sembrava avvolto in un mantello grigio. Tutto è contornato dalle musiche di Chopin che rappresentano un punto focale intorno alle quali ruota ogni cosa. 

Qualche problema nella trama…

Nonostante tutto, la trama presenta giusto qualche problema. Il finale è fatto appositamente per risultare drammatico a tutti i costi, un qualcosa che si riesce a intuire verso metà serie. L’opera, però, risulta decisamente godibile, un tenere incollato allo schermo per riuscire a prendere tutto quello che è capace di offrire, gioie e dolori compresi. 

di Deborah Praticò

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