La band londinese dei Japan, nata nel 1974, rappresenta un esempio di glam-rock, che ha saputo negli anni trasformarsi ed evolversi, fondendo il glam con le melodie della new wave romantica, le sonorità esotiche di matrice orientale (l’amore per il Giappone rimarrà sempre), e la passione per la musica elettronica di Brian Eno.
Nel corso del 2019 uno dei loro migliori album compie 40 anni. Stiamo parlando di Quiet life, il disco della metamorfosi.
Uscito nel 1979, questo lavoro rappresenta un trade union tra i loro primi album ed i successivi capolavori, e sarà fondamentale per tutta la loro carriera artistica.
Nella title track (Quiet life) le tastiere di Barbieri tracciano le linee di quello che sarà il futuro sound dei Japan. La tendenza verso la sperimentazione è già presente, seppur nascosta dietro il ritornello, come nel brano Fall in love with me. Halloween è una tipica glam-rock song, in cui l’uso dei fiati e delle chitarre convivono in perfetto equilibrio; Despair ha un ritmo rallentato, con un sinth malinconico, accompagnato stavolta da un sax di rara eleganza. Altro gioiello degno di nota è In vogue; qui il giro di basso che guida il percorso sonoro sembra voler andare verso un suono ipnotico/ambient. Chiude il disco la struggente The other side of life, ballad finale ricca di arrangiamenti sinuosi e rintocchi di piano. Come sempre la voce di David Sylvian è languida ed elegante.
Questo terzo lavoro dei londinesi, anche se ben prodotto, può essere considerato interlocutorio, ma anticipa le sonorità e le atmosfere che daranno vita ai successivi Gentlemen take polaroids e Tin Drum.
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